
Rispondere alla domanda “Cos’è la medicina olistica?” è allo stesso tempo semplice e complesso. Bisogna argomentare la risposta per portare chi legge, o chi ci ascolta, oltre preconcetti e muri culturali. Nonostante l’uso inflazionato e fuorviante che ne è stato fatto negli ultimi decenni, il termine “olistico” resta la definizione più appropriata per definire ai pazienti un approccio globale alla salute. La visione olistica considera il nostro organismo come uno e unico e come tale va curato.
La parola olismo, insieme all’aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts, politico, intellettuale e filosofo secondo cui le proprietà di un sistema non sono date dalla somma dei singoli componenti, bensì è il sistema che influenza le parti che lo costituiscono.
Negli anni, i fronti di sviluppo di questo paradigma si sono moltiplicati, trovando oggi applicazione in medicina, psicologia, fisica, filosofia, pedagogia e perfino nel marketing. Il tipico esempio di struttura olistica rimane tuttavia l’organismo biologico, poiché l’essere vivente in quanto tale va considerato come un’unità-totalità non esprimibile con l’insieme delle parti che lo costituiscono.
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